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20 agosto 2021 - Un annivesario speciale
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Era il 20 agosto 2004 quando il compianto Padre Vincenzo Coli, Custode del sacro Convento di Assisi, portò in dono alla Chiesa di San Donato la Reliquia del Corpo di san Francesco. Fu preparata, per l'occasione, questa brochure dell'evento
Padre Coli intervenne con una relazione sulla "Spiritualità francescana negli affreschi di san Donato", nella quale rilevava che "la collocazione di due scene evangeliche, il sepolcro vuoto, a destra entrando, e di Cristo risorto, a sinistra, ci offre la chiave interpretativa di tutto il programma iconografico [della Chiesa di San Donato], cioè sia delle storie bibliche sia di quelle dei santi, nei quali risplende la grazia liberatrice e redentrice del Figlio di Dio: Gesù Cristo, centro, compimento e senso di tutta la realtà." E' la lettura "oméga" della storia della salvezza: solo a partire dalla Risurrezione si capiscono e si possono (ri)vivere le vicende della storia della salvezza; senza questa chiave di lettura, esse sono solo vicende umane, "troppo umane"!
Giova certamente la lettura storico-artistica dei cicli pittorici, anzi ne è la condizione indispensabile, ma non sufficiente.
Non va dimenticata la finalità per la quale gli affreschi di San Donato sono stati realizzati. Era la "Bibbia dei poveri"... la "Bibbia di Ripacandida", e aveva la prevalente finalità mistagogica, di introduzione ciooè al mistero, oltre a quella decorativa, la più evidente. L'innegabile profilo artistico degli affreschi è, per così dire, una "mancia", un di più che contribuisce a rendere attrattiva e fruibile, per ciascuno a suo modo, la "Piccola Assisi lucana.
Speciale questo anniversario perché coincide con una ripresa del turismo e quindi anche di quello religioso, dopo almeno un anno e mezzo di lockdown.
Ci auguriamo di rivedere la Chiesa di San Donato fra le mete più frequentate di pellegrini e turisti, e che questa perla del Vulture riprenda il rilievo che merita nei mas-media, per il bene del paese e A.M.D.G.
La Bibbia di Ripacandida
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<Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli creando aveva fatto> (Gen 2, 3)
Dall’analisi di questo passo, gli antichi commentatori della Torà svilupparono una interessante interpretazione. Poiché al settimo giorno veniva nominato il riposo di Dio, arrivarono alla conclusione che “vi è un atto di creazione del settimo giorno”, la “menuchà”, il sabato. Questa è la creazione del riposo.
Ma secondo questa antica tradizione la “menuchà” non è solo il riposo, è quella esperienza di silenzio, di pace e di armonia che i Sabato (per gli Ebrei) diffonde nell’universo, consentendo quella pienezza di senso che è un’anticipazione della vita eterna.
Il Santuario di San Donato in Ripacandida è questa esperienza della “menuchà”, è l’esperienza del silenzio e della contemplazione di fronte ai “mirabilia Dei”, le meraviglie del creato: “Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature…”
A Ripacandida come ad Assisi, salendo verso il Santuario, si fa l’esperienza della “menuchà”.
La Reliquia del Corpo di San Francesco
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Non poteva essere più significativo e più prezioso il dono offerto dalla Comunità francescana di Assisi alla Comunità di Ripacandida!
Oltre a proporci la sua riflessione in una chiarissima relazione sulla "Spiritualità francescana negli affreschi di san Donato", Padre Coli, come già preannunciato, ha donato al Santuario di san Donato una Reliquia del corpo di San Francesco.
Nella teca si intravede la scritta "Ex cineribus S. Francisci Assisiensis".
Ed è stato un momento straordinario ed emozionante quello in cui il Custode del Sacro Convento di Assisi, ha consegnato a Don Ferdinando Castriotti, Parroco di Ripacandida, la preziosa reliquia; a sua volta Don Ferdinando ha recitato una preghiera francescana scritta per l'occasione, ha benedetto i presenti ed ha consegnato la preziosa teca alla Madre Superiora del Convento delle Suore Francescane di Gesù Bambino, che hanno in custodia il Santuario.
Le immagini dello straordinario evento sono più eloquenti di qualsiasi altra considerazione:
Il "Male di san Donato"
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IL MALE DI SAN DONATO
II.1 Il male tra magia e superstizione Attualmente è molto più difficile vedere persone in preda a crisi epilettiche girovagare per chiese in cerca di soluzioni e di grazie. Ora la cura è spesso ormonale e medica poiché la scienza, con la medicina attuale, si viene gradualmente sostituendo alla idealità di un ipotetico tarantismo, mettendo a disposizione moltissime soluzioni.
Il maggiore isolamento culturale, che produceva ed incoraggiava questi fenomeni popolari, ha sostanzialmente reso piùomogenea ed arcaica questa cultura.
Le persone afflitte da crisi epilettiche, crisi isteriche, che si manifestavano quasi quotidianamente e talvolta più volte al giorno, erano tantissime e la comparsa dei primi sintomi veniva spesso imputata a possessione spirituale, a una sorta di malefici influssi riconducibili, secondo la credenza popolare, ai morsi di insetti a cui si
era caduti vittime, a colpe, peccati, oppure imputata alla cosiddetta fascinazione.
Una condizione psichica di impedimento e di inibizione, al tempo stesso un senso di dominazione, un essere agito da una forza altrettanto potente quanto occulta, che lascia senza margine l’autonomia della persona, la sua capacità di decisione e di scelta, le pervade.
Estratto dalla Tesi di laurea di Maria Anna Nolè
Vedi le immagini della presentazione della tesi della dott.ssa Nolè:
Il saluto di Odoarda Pronti - Presidente della Pro Loco di Assisi
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In occasione della manifestazione del 4 agosto, la prof.ssa Edoarda Pronti, Presidente della Pro Loco di Assisi, ha espresso parole di apprezzamento per l'iniziativa del Gemellaggio. La prof.ssa Pronti è stato il fondamentale punto di riferimento in Assisi per il progetto che stiamo realizzando.